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Paragrafo 2.
LA FUNZIONE N-ORIALE
Definizione 3.1.
Sia F una funzione F: NR tale che per ogni n
N si abbia F(n)= con esattamente n
esponenti uguali a n. Allora tale funzione viene detta n-oriale di n o n n-oriale
(leggi: enne ennoriale) e si indica con il simbolo n?.
Si noti la definizione: non è n elevato n, elevato ancora n e via di seguito n volte, cioè (..((nn)n)n..)n, bensì n che eleva n, che eleva ancora n... n volte, cioè:
Esempio 3.1.
0? = 0.
1? = 11 = 1.
2? = = 24 = 16.
3? = = ??? (non ci sta sulla calcolatrice!)
Vediamo di renderci conto di che tipo di cifra possa essere: 33 fa 27; 327 fa circa
763 1012, ma quanto fa ?
Cerchiamo di renderci conto almeno di quante cifre è composto il numero facendo questa
considerazione: prendiamo ad esempio 36: vuol dire
33333
3; possiamo raggruppare i numeri a coppie (33), ognuna
delle quali fa 9, e cioè è vicina alla decina, per cui se abbiamo
(33) (33)
(33)
101010 = 1000 quattro cifre;
generalizzando, il numero di cifre di cui è composto il numero è minore o uguale a
(ValoreEsponente)/2 + 1; cioè ha circa
3,811012 cifre,
cioè 3810 miliardi di cifre. Più o meno.
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A qualcuno potrebbe venire in mente che nella stessa
An, An sia
in qualche modo dipendente da (n?) cosicché l'aggiunta di un (n?) al di là
della sommatoria possa rivelarsi ininfluente a causa di semplificazioni algebriche. È vero.
Allora poniamo per ipotesi che An non dipenda da (n?) e
qualcuno potrà obiettare che il procedimento è arbitrario... ma, del resto, qualcuno è
mai riuscito a trovare un algoritmo che risolva le serie numeriche (e intendiamo serie numeriche
qualunque)?
A qualcun altro invece potrebbe passare per la testa, magari solo lontanamente, che l'introduzione
dell'n-oriale non risolva assolutamente nulla per quanto riguarda le serie numeriche e in generale
che come metodo di risoluzione dei problemi sia alquanto discutibile. È un'opinione (probabilmente
valida) e ne prendiamo atto, ma occorre focalizzare l'attenzione su un altro fatto: l'n-oriale
cresce molto più rapidamente di qualunque funzione elementare, cresce, cresce ed è probabile
che alla fine cresca talmente in fretta da ribaltarsi. A partire da un certo n0 in poi
sarà interessante notare la curvatura accentuata dell'n? (detta sinapsi) il quale
cesserà di essere una funzione per divenire un paradosso, come intuito dal professor
Wolfgang Erebus 21 durante la famosa lezione
sul diretto Torino-Milano delle 5:02 il mattino del 18 Dicembre 1982.
Grafico 2. Continuizzazione dell'ennoriale: l'x-oriale. |
Grafico 3. La sinapsi (particolare). Galleria degli Uffizi, Firenze. |
Si osservino i grafici: il grafico 1 mostra i valori più bassi dell'ennoriale; il
valore di 3? ovviamente ha qualche difficoltà a rientrare nella scala, per cui ha pensato bene di
starsene fuori, da qualche parte, lassù nell'infinito...
Il grafico 2 mostra la una curva che approssima la continuizzazione dell'ennoriale, una funzione
molto difficile da ottenere (Normand Krikè ci ha provato e ha trascorso qualche tempo in manicomio)
detta x-oriale ed è l'estensione della funzione ennoriale (che è definita sugli interi
ed è a valori interi) al campo reale. Nel grafico 3, invece, è riportato un ingrandimento
della già menzionata sinapsi.
Riguardo ancora al grafico 3, che illustra come l'ennoriale divenga un paradosso, occorre dire che i
paradossi sono bestie bruttissime che non ci sentiamo né di analizzare né tantomeno di
addomesticare; per maggiori informazioni è possibile consultare la bibliografia (oppure la nota
spese della Redazione, N.d.A.) (Ma come ti permetti, N.d.R.). Per consolarci, accontentiamoci
di comprendere una cosa: l'ennoriale cresce. A cosa poi ciò possa servire, difficile a dirsi;
però poteva andare peggio: chessò, poteva schizzare fuori dal foglio e colpirci ad un occhio,
per esempio. Ma non l'ha fatto.
Per questo noi lo ringraziamo, commossi.
(21) Detto Girolamo. Insegnava Analisi Matematica I al Politecnico di Milano, ma è scomparso misteriosamente il giorno 19 Dicembre 1982.
 
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