tux Torna alla home page Introduzione all'Analisi N
Precedente Prossimo Indice

PREFAZIONE (quella seria)

Questa Prefazione ha un grosso pregio e un grosso difetto. Il pregio è che può essere sicuramente evitata senza compromettere il resto della lettura; il difetto è che questa Prefazione non è assolutamente dovuta. Cioè, avremmo anche potuto non scriverla affatto e avremmo ottenuto lo stesso risultato. Il problema non è che ogni libro che si rispetti debba esser dotato di Prefazione; il problema è che non sappiamo se questo è un libro che possa essere rispettato, nè se esso possa essere considerato a tutti gli effetti un libro Fatte queste precisazioni, può cominciare la nostra Prefazione, con l'avvertenza di non prenderla troppo sul serio.

Quali sono state le spinte che ci hanno indotto a imbarcarci in unopera del genere? Nel nostro lungo affannarci nei vorticosi meandri delle Scienze, ben poche cose ci sono concesse di comprendere senza l'ausilio di strumenti basilari, vere e proprie fondamenta di ogni nostra costruzione mentale. E il titolo di strumento basilare per eccellenza può senz'altro essere conferito alla Matematica.

Nel corso degli anni di specializzazione delle Scuole Tecniche e ancor di più durante la frequenza dei Corsi Universitari, ci siamo resi conto di quanto una materia così angosciante, così bistrattata, a volte così odiosa, possa invece permeare una lunga serie di trattazioni, attraversando anche quelle apparentemente da essa meno raggiungibili... Insomma, l'Analisi Matematica, più o meno ripartita in Capitoli, più o meno complessa, più o meno coerentemente spiegata, ha occupato e ancora occupa (per alcuni qui andrebbe aggiunto un purtroppo), sia "assunta" in forma pura, sia "diluita" in altre argomentazioni, buona parte del lavoro quotidiano della materia grigia.

Esiste in natura una miriade di testi differenti sull'Analisi e di essi una certa parte non sarebbe da considerare come degna di appartenenza alla categoria, ma, come i più tra gli studenti sanno (almeno quelli con un certo bagaglio di esperienza sulla schiena) è proprio questa parte di saggi che con maggiore frequenza finisce nei loro zaini e sulle loro scrivanie. Anche su quelle degli autori del presente testo.

Possiamo senz'altro dire che, un po' per sopravvivere alla complessità delle equazioni e un po' per non compromettere la propria salute mentale su pagine di parole senza troppo senso (ma, in quest ultimo caso, senza grosso successo), un po' di "filosofia" e di "satira costruttiva" non guastano.

Pensate che sia quello che abbiamo cercato di fare? Prendere con filosofia l'Analisi Matematica, o la Matematica in genere, se volete, e scherzandoci sopra? Può darsi, ma in realtà questa è solo un'idea generatasi successivamente all'idea di mettersi a scrivere "Introduzione all'Analisi N". Cìò che cerchiamo di dirvi è che questo testo ha preso forma, in questi anni di elaborazioni, praticamente da sè, come se fosse già scritto da qualche parte in una lingua molto intuitiva, ma difficile da mettere su carta e noi dovessimo andare a cercare le parole per poter esprimere questi concetti. Che poi tutto sia risultato in toni scherzosi, canzonatori nei confronti dell'Analisi e di tutto ciò che vi sta intorno, supporto cartaceo o no, è solo un caso, forse provocato dall'inconscia tendenza che molti portano dentro di sè a sdrammatizzare fatti che angosciano con una risata; non dimentichiamo, infatti, che l'esame di Analisi Matematica resta sempre il più grosso ostacolo mai incontrato dall'Uomo dopo la forza di gravità.

Ma non è tutto: questi fatti (l'Analisi, gli esami, i docenti...) sono in verità uno "specchio" del quotidiano vivere e l'importanza che assumono diventa notevole nel momento in cui ci si rende conto che, proprio come nella vita di tutti i giorni, a fianco di ogni azione che compiamo sta un imprevedibile "qualcosa" che ci intralcia e ci rende tutto più difficile. E per causa di questo imponderabile qualcosa abbiamo che non vi è assolutamente nulla di prestabilito. Ovvero: nessuno impone a uno studente di finire in un determinato corso dove insegna un determinato professore (che è sempre quello che parla di cose incomprensibili), nessuno lo obbliga a comprare un libro di testo piuttosto che un altro (ma quello scelto dal docente sarà sempre il più ermetico), nessuno, solo il "caso", un "caso" decisamente ogni volta poco favorevole, ma che, data la frequenza di ripetizione, suggerisce qualcosa di (forse) teorizzabile... e temiamo che proprio qui cominci l'Analisi N.

E, per concludere, tanto per non essere fraintesi, precisiamo che ogni riferimento a persone o cose realmente esistite o a fatti realmente accaduti è, e rimarrà nei secoli, del tutto casuale.

Sappiamo tutti, però, che la storia si ripete sempre...

 


Precedente Prossimo Indice